La robotica collaborativa industria 4.0, dopo essere stata vista con scetticismo per anni, come spesso accade con le tecnologie emergenti, ad oggi è il segmento della robotica industriale che sta crescendo più velocemente, permettendo all’interazione tra forza lavoro e macchina di compiere passi da gigante. I cobot (termine che deriva da collaborative robot) non solo stanno trainando la crescita nel settore, ma sono i protagonisti della performance migliore e hanno un tasso di espansione stimato da BIS Research di 2 miliardi di dollari entro il 2022.
Cobot: breve approfondimento
Cosa sono i cobot? I cobot furono il frutto di un’iniziativa della General Motors degli anni ‘90, mirata all’implementazione della robotica nel settore automobilistico: l’obiettivo era quello di trovare un modo per far collaborare i robot (o le attrezzature simili) con i lavoratori.
Bisogna però aspettare il 2008 per l’arrivo del primo robot, progettato da Universal Robots, in grado di operare accanto alla forza lavoro in sicurezza, eliminando il bisogno di gabbie e barriere: questa innovazione ha aperto l’era dei robot collaborativi flessibili, semplici da usare ed accessibili dal punto di vista economico.
Scopri di più sulla storia dei cobot nel nostro articolo.
Cobot e robot: le principali differenze
I robot non sono tutti uguali e le principali differenze possono trovarsi fra i robot “tradizionali” ed i robot collaborativi, le quali sono:
- Flessibilità: è la caratteristica unica che contraddistingue un cobot. Leggero e di piccole dimensioni, il robot collaborativo può essere spostato agevolmente ed è inoltre facilmente programmabile. Al contrario, i robot industriali tradizionali sono impostati in modo rigido ed offrono le migliori prestazioni su grandi volumi produttivi.
- Sicurezza: i cobot, pressoché nella loro totalità, possono operare senza l’uso di barriere protettive, a differenza dei robot tradizionali che invece necessitano protezioni come recinzioni o gabbie. I cobot possono essere equipaggiati con una serie di sensori che ne aumentano la sicurezza, inoltre già nella fase di progettazione vengono concepiti come parte del processo che vede suddivise le attività tra uomo e macchina.
- Prontezza all’uso: i cobot possono essere messi in opera molto velocemente, infatti non richiedono lunghe modifiche allo schema produttivo e sono integrabili rapidamente nelle aree di lavoro.
Robotica collaborativa industria 4.0, in crescita dopo la pandemia
Per la prima volta, nel 2020 il settore ha subito una battuta di arresto a causa della pandemia: -11,3% in termini di entrate e -5,7% in termini di spedizioni. Le chiusure di stabilimenti e magazzini hanno portato a rallentamenti nella domanda, inoltre i clienti hanno esercitato cautela con gli investimenti.
A partire dal 2021, è prevista un’importante crescita per il mercato della robotica collaborativa, già a partire dal 2021 per poi proseguire negli anni successivi: fino al 2028 è previsto un tasso di crescita annuo del 15-20%.
Fonte: studio di Interact Analysis
Cobot: un contributo per le aziende nella ripresa post-Covid
La robotica collaborativa può portare alle aziende di diversi settori un contributo decisivo nella lunga ripresa post-Covid. È infatti diventato essenziale ridurre al minimo i contatti interpersonali: i cobot possono entrare in gioco, ad esempio, riducendo i rischi collegati alla presenza di più lavoratori contemporaneamente in determinate aree.
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