Isaac Asimov e la robotica: cent’anni dalla nascita di uno dei padri di questa scienza

In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l’Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l’unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.”

Isaac Asimov: robotica ma non solo; quest’anno ricorre il centenario della nascita del grande romanziere, scienziato e divulgatore prolifico. Ricordato specialmente come lo scrittore che più di ogni altro ha fatto entrare la fantascienza nella letteratura, ha anche sviluppato numerose intuizioni, tutt’oggi considerate un cardine per i progressi dell’intelligenza artificiale e delle interazioni tra uomo e macchina.

Isaac Asimov: la vita

Isaac Asimov nacque a Petroviči, un villaggio dell’odierna Russia, con il nome Isaak Judovič Azimov. A soli 3 anni emigrò con la famiglia, di origine ebraica, negli Stati Uniti, stabilendosi nel quartiere Brooklyn di New York. Il giovane Isaac iniziò ad appassionarsi alla fantascienza leggendo le riviste che arrivavano al padre, che gestiva un emporio nel quale si vendevano anche giornali. Studente eccellente, iniziò a scrivere i suoi primi racconti all’età di undici anni, uno dei quali venne pubblicato sul giornale scolastico del liceo che frequentava. Laureatosi in chimica e qualche anno dopo anche in filosofia, Asimov alternò per diverso tempo l’attività di docente e quella di romanziere. Negli anni Quaranta scrisse diversi racconti, mentre il primo romanzo, Paria dei cieli, è del 1950; negli anni successivi venne pubblicata la celebre Trilogia della fondazione, che verrà poi ripresa negli anni Ottanta diventando Ciclo delle fondazioni, una saga composta da sette libri.

Grazie al grande successo delle sue opere, Asimov abbandonò l’attività accademica alla fine degli anni ‘50, per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno: la bibliografia di Asimov è vastissima, comprendendo circa 500 volumi. Da quel momento in poi, fu l’attività divulgativa ad occupare la maggior parte del tempo di Asimov: i suoi saggi spaziano dalla biologia alla chimica, dall’astronomia alla fisica.

Isaac Asimov morì di AIDS il 6 aprile 1992: egli venne infettato dal virus dell’HIV durante una trasfusione di sangue nel 1983, subita in seguito ad un’operazione di bypass cardiaco. Per evitare uno scandalo e lo stigma che colpiva la malattia in quegli anni, la causa della morte è stata rivelata solo dieci anni dopo, nella biografia scritta dalla seconda moglie Janet.

Isaac Asimov e la robotica

Asimov, fin da piccolo, lesse molte storie sui robot, e ne distingueva due diverse tipologie: da un lato, i “robot minacciosi”, ossia quei robot che si ribellavano agli umani e provavano astio, dall’altro i “robot stile patetico”, ovvero i robot buoni ma sciocchi, facilmente ingannabili. Asimov provava maggiore interesse verso il secondo tipo di robot e, durante la stesura di un racconto, ne inventò un terzo tipo: un robot né minaccioso né patetico, ma una semplice macchina al servizio dell’uomo. Nacquero così i robot positronici, che rivoluzionarono la storia della fantascienza: il robot positronico è un robot dotato di cervello positronico, la concretizzazione dell’intelligenza artificiale, e che osserva le tre leggi della robotica. Nella narrativa di Asimov, i robot positronici nascono con lo scopo di aiutare l’uomo e non sono una minaccia; sono generalmente umanoidi e sono in grado di apprendere e di compiere scelte ed azioni in modo autonomo.

Le leggi della robotica vengono introdotte nel racconto Bugiardo! del 1941, facente parte della raccolta Io, robot, dove viene usato per la prima volta su carta stampata il termine “robotica”. In questa raccolta è possibile avere un’ampia visione del pensiero di Asimov sulla robotica, dall’interazione tra l’uomo e la macchina al rapporto tra robot e morale: Asimov riuscì a profetizzare gli impieghi della robotica nella contemporaneità, nonché l’importanza di questa disciplina.

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